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Svelata la storia del Tempietto d’argento di Maria SS. della Neve nella parrocchia A.G.P. di Torre Annunziata

Il Tempietto di Maria SS. della Neve nella parrocchia di A.G.P. in Torre Annunziata

Il 23 ottobre 2021, il Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”, in occasione del 199° anniversario delle commemorazioni votive offerte alla Sacra Effige di Maria SS. della Neve, ha presentato il volume “Il Tempietto di Maria SS. della Neve nella parrocchia A.G.P. di Torre Annunziata”, di Vincenzo Marasco e Mario Quaranta, entrambi membri del sodalizio culturale che opera dal 2011 è impegnato per la salvaguardia e la conoscenza del patrimonio storico locale.

La presentazione, che si è svolta nella magnifica cornice barocca della Cappella della Reale Arciconfratenita del Suffragio sita accanto alla chiesa parrocchiale dell’Annunziata, ha messo in luce il frutto di un lungo e accurato studio storico artistico riguardante una delle opere più importanti esistenti sul territorio di Torre Annunziata e sicuramente anche tra le più note grazie al radicato, e sentito culto che la città ha sempre serbato nei confronti della Madonna della Neve, solitamente riposta proprio nel tempietto durante i periodi dell’anno in cui non vi sono ricorrenze specifiche. Al dibattito, moderato egregiamente dalla prof. Mirella Azzurro, presidente dell’Archeoclub d’Italia sez. di Torre Annunziata “Mario Prosperi”, al quale hanno presenziato cittadini e tanti amici appassionati di storia locale, sono intervenuti: per gli onori di casa Mons. Raffaele Russo, l’assessore alla Cultura della Città di Torre Annunziata, Anna Vitiello, l’esperto in incoming turistico Egidio Valcaccia, l’artista vesuviano Nello Collaro e gli autori stessi.

     

Quella del Tempietto d’argento, opera orafa assoluta prodotta dal maestro napoletano Vittorio Emmanuele Centonze, è una storia controversa, a tratti sofferta, che trova il suo incipit principale nei risvolti dei fenomeni e degli effetti che l’eruzione vesuviana dell’aprile 1906 riservò alla città di Torre Annunziata. Tutto  matura il giorno 8 aprile di quell’anno, quando le lave del Vesuvio, dopo aver distrutto buona parte del quartiere Oratorio di Boscotrecase, ormai erano intente ad irrompere sul territorio comunale di Torre Annunziata minacciandone gravemente il camposanto. Fu qui, alle porte del cimitero che i torresi, portando in processione la Sacra Icona bruna, sperimentarono nuovamente la sua misericordia celeste, ed è a seguito di quanto avvenne in quel luogo che venne poi progettata l’idea di dover ringraziare la Madonna con un segno di grande prestigio da passare ai posteri.

Col bando del comitato “Pel Tempietto” creato ad oc, pubblicato nel marzo 1907 rivolto agli artisti napoletani, si promosse il bel progetto del Centonze, il quale, superando di gran lunga le attese dei committenti e quanto egli stesso presentò inizialmente al concorso, propose alla città un assoluto capolavoro di oreficeria, di incredibile valore e bellezza, tanto da mettere in serie difficoltà anche lo stesso comitato che mai avrebbe immaginato di dover far fronte alla spesa necessaria, nel frattempo lievitata, richieste dall’artista. I torresi, dopo una lunga trafila, anche giudiziaria, e dopo aver addirittura rischiato che il tempietto venisse dirottato dall’artista stesso verso il già immenso patrimonio artistico della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, e che il Vescovo di Nola S.E. Agnello Renzullo che intervenne l’11 luglio del 1910 per incitarli e dargli man forte nell’affrontare la questione, finalmente nella prima metà degli anni ‘10 del Secolo Breve, nel tripudio collettivo poterono finalmente accogliere il tempietto a Torre Annunziata.

     

Quello che possiamo osservare oggi, consegnato alla città da quei grandi uomini che vollero ad ogni costo che quella straordinaria opera divenisse un fiore all’occhiello del patrimonio artistico torrese, è un capolavoro che nel suo insieme, con i suoi 150 kg d’argento, riproduce un enorme reliquario rispettoso degli stilemi artistici dell’epoca. Finemente decorato in ogni suo punto con preziosi e evidenti particolari Liberty, con la cupola realizzata con foglie di palmizi sorretta da ben 12 colonne d’argento, sormontata da statuine raffiguranti degli angeli adoranti, festanti e vittoriosi. Alla base del tempietto invece spiccava l’inserto di un finissimo ciclo pittorico quale testimonianza delle varie fasi dell’eruzione, e di come essa venne vissuta dalla compagine torrese, realizzato su quattro maioliche dai maestri Antonio Coppola e Pasquale Cappelli, il tempietto di Maria SS. della Neve oltre al suo grande significato storico e di culto, è senz’altro una delle magnificenze da conoscere di cui dispone il popolo torrese.

     

L’intento degli autori del libro che parla della vicenda è proprio quello di mettere in luce cotanto splendore. Un ringraziamento particolare, al quale gli autori del libro non si vogliono sottrarre, come già fatto in un inserto nel libro, va a coloro che li hanno silenziosamente affiancati durante le ricerche e di questi. In particolare senza togliere il giusto merito a nessuno di chi è stato fattivamente presente, la prof. Lucia Muoio, anch’ella facente parte del Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno” è stata una delle figure più preziose e attive.