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Tricolore Italo, Marò specialista di tiro (SDT), classe 1916, DISPERSO, Nave traghetto “Aspromonte”

di Vincenzo Marasco e Antonio Papa, Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”

 

Marò Specialista di Tiro Tricolore Italo (classe 1916)

Disperso

Nave Traghetto “Aspromonte”

Battaglia di Skerki, Canale di Sicilia, 2 dicembre 1942

Talvolta capita che alcune storie vengano alla luce per caso.

Dei particolari della vicenda che segue, si è venuti a conoscenza mentre si ricercavano informazioni utili per dare un nome ad un marinaio, la cui foto ingiallita dal tempo è stata notata in una delle bacheche dove sono esposti gli ex voto dei fedeli della parrocchia di A.G.P., Basilica pontificia di Maria SS. della Neve di Torre Annunziata, e chissà da quanti decenni essa giaceva quasi nascosta senza mai essere vista prima tra i classici ex voto, i nastri, e i pupazzi azzurri e rosa, quali segni devozionali di ringraziamento alla Vergine bruna per quei bambini o bambine fortemente voluti. Insomma seppure il tentativo di poter far luce sulla foto di quel marinaio non sia andato a buon fine, pensando che egli sia ritornato ai suoi cari dopo le vicende belliche della Seconda Guerra Mondiale, la perseveranza ha fatto sì, invece, che si scoprisse e che venisse sottratta all’oblio la storia di altro marinaio torrese, il cui epilogo, purtroppo, è comune alla sorte di tanti altri marinai italiani, che, come lui, hanno offerto la propria giovane esistenza per la Patria.

Italo Tricolore nasce a Napoli, nel Quartiere S. Lorenzo, l’11 ottobre del 1916 da genitori Ignoti. Purtroppo, come accadeva anche a tanti neonati napoletani, verrà subito lasciato alle cure delle monache della Real Casa dell’Annunziata di Napoli in attesa di un possibile affido, affido che arriverà molto presto in quanto saranno Giovanni Mainardi e Francesca Grimaldi a prelevarlo da quel pio istituto e a portarlo a Torre Annunziata dove verrà allevato in Via Stella, oggi Bertone, lì dove il padre adottivo, Giovanni, meglio noto come “‘o pazziariello” per la sua simpatia e il buon umore, svolge il lavoro di barbiere, lavoro che per un certo periodo praticherà anche lo stesso Italo.

Nel 1938 Italo si arruola nella Regia Marina come volontario. Precettato tra le fila del Corpo regi equipaggi marittimi (C.R.E.M.) e acquisita la qualifica di “Specialista di Tiro” (S.D.T.), senza mai abbandonare la sua chitarra che amava suonare fin da ragazzino, nel giugno dello stesso anno è imbarcato col grado di “Comune” sul regio incrociatore corazzato “San Giorgio”. La nave viene autoaffondata nel porto di Tobruk nella notte del 22 gennaio 1941 a seguito dei ripetuti attacchi subiti dagli aerei inglesi che avevano come bersaglio gli attracchi e la piazzaforte dell’importante città libica, e quindi la sua successiva conquista.

 

Italo Tricolore, al centro, posa con altri 6 suoi commilitoni vestiti con l’uniforme da lavoro “a mezza stagione” adottata dagli equipaggi della Regia Marina. Su gentile concessione di Giovanni Tricolore

Chiusa questa sua prima drammatica esperienza legata al conflitto, Italo, nel frattempo rientrato a Torre Annunziata in attesa di essere reimpiegato, decide di formalizzare il suo impegno d’amore con Giuseppina Longobardi, ragazza di tre anni più giovane di lui nativa della vicina Gragnano. I due si sposano il 21 giugno del 1941 e andranno a vivere nel quartiere murattiano, al civico 39 di Via Fondaco Pastore.

La chiamata al servizio della Regia Marina non tarda ad arrivare. Questa volta Italo viene assegnato agli equipaggi dei traghetti piroscafi adibiti al trasporto truppe e materiali, tra l’Italia e le colonie nordafricane, imbarcando sulla nave traghetto “Aspromonte”, unità navale requisita anzitempo dalla Regia Marina alle Ferrovie dello Stato e iscritta nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.
È il 18 ottobre del 1942 quando dalla felice unione tra Italo e Giuseppina nasce Giovanni.

Italo ritorna a Torre Annunziata per il lieto evento. Ad accompagnarlo durante la licenza, come racconta il figlio Giovanni, medico chirurgo in pensione e nutrizionista della Seconda Università di Napoli, all’atto di questo scritto quasi ottantenne e da decenni residente nel Cilento, c’è un altro marinaio torrese, un certo Oreste, anch’egli membro di quegli equipaggi della Regia Marina destinati a prendere parte allo stillicidio mediterraneo della “Battaglia dei convogli”, rientrato a Torre Annunziata insieme a Italo, perché divenuto pure lui padre di una bambina.

 

Italo e Giuseppina nel giorno felice della loro unione. Su gentile concessione di Giovanni Tricolore

Alla fine dell’ottobre 1942, sia a Italo che a Oreste arriva l’ordine perentorio di ritornare a bordo. Italo obbedisce, Oreste invece lì per lì è titubante, poi rinuncia ed invita anche l’amico a restarsene a casa, di godersi quel figlio appena nato e a non dare importanza ai fascisti, in quanto da lì a poco la guerra sarebbe finita, e allora “chi si è visto si è visto!”. Invece Italo lo invita a seguirlo, a non fare cavolate, a ritornare in sé e a rientrare a bordo in quanto quella sua decisione è diserzione, punita con l’arresto.

Oreste rimane imperterrito sulla decisione presa, non si smuove, mentre Italo, salutata Giuseppina e il piccolo Giovanni ritorna a Messina dove è ormeggiato l’ “Aspromonte”.

È la mattina del 1° dicembre del 1942, dopo varie operazioni già svolte durante il mese di novembre, tra cui lo sbarco di mezzi terrestri a Bastia, in Corsica, avvenuto il giorno 11, l’ “Aspromonte” parte da Trapani e nel Canale di Sicilia alle 15.30 si aggrega alle altre unità navali partite da Palermo durante la stessa mattinata componenti il “Convoglio H”. Il Convoglio è composto dal piroscafo “Aventino”, dalla motonave “Puccini”, dalla nave trasporto militare tedesco “KT1”, scortati dai cacciatorpediniere “Nicoloso Da Recco”, “Folgore” e “Camicia Nera”, e dalle torpediniere “Procione” e “Clio”: la missione è quella di trasportare a Biserta, in Tunisia, 1766 militari italiani appartenenti quasi tutti alla Divisione “Superga” imbarcati sull’”Aventino” e sul “Puccini”, 698 tonnellate di munizionamento e rifornimenti, 32 automezzi, 4 carri armati e 12 pezzi d’artiglieria.

Arrivati mezz’ora dopo la mezzanotte del giorno 2 dicembre in prossimità del Banco di Skerki, nelle acque della Tunisia, il convoglio italo tedesco viene intercettato e attaccato dalla “Forza Q” britannica. Il drammatico scontro, che avviene in condizioni di estrema disparità di forze per il convoglio dell’Asse, dura pochissimo, poco più di un’ora, durante il quale le navi inglesi fanno incetta del naviglio italiano.

 

La nave traghetto “Aspromonte” dopo il lavori di riammodernamento del 1931. Da Gianluca Gazzetti, Treni e navi, Quaderni delle Ferrovie Italiane dello Stato, VI, II ed., 1967, p. 54.

 

L’ “Aspromonte”, su cui era imbarcato il marò SDT Italo Tricolore, nella battaglia viene ingaggiato per la prima volta alle 00.46 dall’HMS “Aurora”, un incrociatore leggero della Royal Navy, da una distanza di circa 4km, senza però che l’attacco abbia buon fine. Ma visto ormai il bersaglio inquadrato nel tiro nemico, dall’1.13 comincia ad essere cannoneggiato continuamente anche da altre unità britanniche che nel frattempo si erano unite all’attacco.

A bordo del traghetto è l’inferno: una salva colpisce in pieno la plancia uccidendo e ferendo gravemente tutti gli occupanti. Sotto l’incessante tiro dell’artiglieria navale l’ “Aspromonte”, grazie alla caparbia del comandante Zolese nonostante fosse ferito alla schiena, tenta ogni manovra per sfuggire al destino già segnato. Il colpo di grazia arriva all’1.29 quando il traghetto, scosso da una violentissima esplosione si squarcia e affonda di poppa nel punto 37°43’N e 11°16’E. Il relitto si porta con sé negli abissi del Canale di Sicilia 41 uomini d’equipaggio, tra cui anche il marò Italo Tricolore.

 

La nave traghetto “Aspromonte” in un disegno di Aldo Cherini. Su gentile concessione di Corrado Cherini.

 

La raccomandata espresso del C.R.E.M. che comunicava alle autorità di Torre Annunziata la scomparsa di Italo Tricolore, giunta il 21 dicembre 1942. Archivio Storico comunale di Torre Annunziata, sez. Ufficio Leva. Foto di Vincenzo Marasco.

A Torre Annunziata la conferma che Italo risultasse disperso nell’affondamento dell’Aspromonte e la richiesta di informazioni sulle condizioni del suo nucleo famigliare inviata al podestà dal Comando Superiore del C.R.E.M., arriva il 18 dicembre e, in un’attesa interminabile, la terribile notizia viene comunicata alla moglie Giuseppina dalle autorità locali la mattina del giorno 28.

Il piccolo Giovanni, che al momento della scomparsa del padre non aveva nemmeno 2 mesi, cresce sempre col ricordo di quel genitore che non ha mai conosciuto continuamente rinnovato dalla mamma Giuseppina

Giovanni senza nascondere la sua commozione, continua a raccontare la sua vita, di come mamma Giuseppina divenuta poi operaia alla Fervet di Torre Annunziata, lo abbia allevato con estrema premura, da sola e in particolare si sofferma sugli incontri che durante il Dopoguerra qualche volta avvennero con Oreste, il marinaio amico di Italo scampato alla mattanza forse per un puro presentimento. Ancora bambino, Giovanni capitava che lo incrociasse lungo il corso Vittorio Emanuele III e quest’ultimo, aiutato da una stampella e vistosamente claudicante in quanto si diceva che dopo la sua diserzione fosse stato raggiunto ad una gamba da un colpo d’arma da fuoco, era solito raggiungerlo per abbracciarlo e in quei momenti, con le parole spesso rotte dall’emozione, Oreste non mancava mai di mostrargli quel suo rammarico mai assopito su quella scelta fatta da Italo, che non volle ascoltarlo.

Alla lieta e cara Memoria del Marò Italo Tricolore.

 

Fonti:

Archivio Storico Comunale di Torre Annunziata, Ufficio Anagrafe sez. Leva

Famiglia Tricolore

Gianluca Gazzetti, Treni e navi, Quaderni delle Ferrovie Italiane dello Stato, VI, II ed., 1967.

https://aidmen.it/forums/topic/587-2-dicembre-1942-la-distruzione-del-convoglio-%E2%80%9Caventino%E2%80%9D/

https://cherini.eu

http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/

https://en.wikipedia.org/wiki/Battle_of_Skerki_Bank

https://difesa.it/Il_Ministro/ONORCADUTI/Pagine/default.aspx