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Balì Gennaro, Marò Cannoniere ordinario, classe 1919, DISPERSO, Incrociatore pesante “Zara”

di Vincenzo Marasco e Antonio Papa, Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”

 

Marò Cannoniere ordinario Balì Gennaro (classe 1919)

Disperso

Incrociatore pesante “Zara”

Battaglia di Capo Matapan, Mar Ionio meridionale, 27 marzo 1941

Gennaro è uno di quei tanti Figli di Torre Annunziata, nati tra il Vesuvio e il mare, che non avrebbero ma pensato che un giorno, nel pieno del vigore della loro fanciullezza, sarebbero stati costretti a salutare per sempre la terra natia per immolarsi tra i flutti di quella vastità che accarezza la delicata costa vesuviana.

Gennaro Balì, al tempo Gennaro Raffaele Aniello, nasce il 15 dicembre del 1919 a Torre Annunziata da Giovanni, commerciante, e Emilia Pepe residenti al civico quattro di Via del Popolo, attuale Corso Vittorio Emanuele III. Tuttavia l’atto che ne formalizza la nascita verrà registrato dal segretario comunale il giorno 18 di dicembre, giorno in cui la levatrice, tale Petrillo Antonietta, si presenta presso gli uffici del Comune di Torre Annunziata per rendere nota la sua venuta alla luce tre giorni prima.

Come spesso accadeva, anche la famiglia Balì, durante gli anni prima che scoppiasse il Secondo Conflitto Mondiale, si ritrova a cambiare più volte abitazione trasferendosi da quella di Via del Popolo di Torre Annunziata ad un’altra del vicino comune vesuviano di Boscoreale situata al civico 18 di Via Tenente Angelo Cirillo, per poi ritornare nuovamente a Torre Annunziata stabilendosi al civico 60 di Via Vesuvio.

Gennaro alla fine degli anni ‘30 viene assunto nei cantieri metallurgici di Castellamare di Stabia dove è impiegato nella linea di produzione di proiettili d’artiglieria.

Agli inizi del 1940 Gennaro Balì viene arruolato dalla Regia Marina e, giunto a La Spezia, è inquadrato nel Corpo dei Regi Equipaggi Marittimi con la categoria di “Cannoniere ordinario”, venendo così presto destinato all’imbarco su unità da guerra. Gennaro col grado di Marò sale a bordo dell’Incrociatore pesante Zara, dell’omonima classe, una delle navi ammiraglie della Regia Marina e tra le unità navali più potenti che l’Italia avesse a disposizione all’inizio del conflitto, nave che diventerà per sempre la sua casa.

Gennaro alla fine degli anni ‘30 posa con la mamma Emilia Pepe. Per gentile concessione della Famiglia Balì

Il destino del marò Gennaro Balì, come quello di tanti altri, si compie alla fine del marzo del 1941 quando la guerra di superficie chiama ancora una volta la Regia Marina a far prevalere quella egemonia sul Mediterraneo contesa con la possente flotta inglese. Il piano di Supermarina lanciato a partire dalla notte del 26 marzo, questa volta prevedeva due rapidi incursioni della Squadra Navale italiana, posta per l’occasione a comando dell’Ammiraglio Angelo Jachino, nelle acque dell’isola di Creta, a caccia dei convogli Alleati e le loro relative scorte diretti in Nord Africa. Tutto doveva essere concentrato sull’effetto sorpresa, che a dire il vero viene subito infranto, in quanto già nella serata del giorno 27 il comando navale inglese di Alessandria d’Egitto, intercetta e decifra i messaggi che avrebbero annunziato le imminenti operazioni italiane.

Dopo un primo scontro tra le unità navali italiane e inglesi avvenuto nelle acque dell’isola di Gaudo, , non molto lontano da Creta, durante la mattinata del 28 marzo, benché le navi italiane siano in superiorità, comincia il loro stillicidio e con esse dei loro equipaggi.

Costrette a riprendere la rotta verso le basi italiane, le unità navali della Regia Marina non riescono a sfuggire all’inseguimento inglese il quale è tanto coraggioso quanto spietato, continuando senza sosta fino a quando non si arriva nelle acque dello Ionio meridionale, a sud di Capo Matapan.

Nonostante gli equipaggi italiani continuino a battersi con estremo valore e da grandi eroi, ricevendo e scansando i colpi d’artiglieria inglesi che arrivano dal mare e dal cielo, senza il risparmio di risposte da parte delle unità per cui combattevano e in alcuni casi anche riparando alla migliore maniera i danni subiti, per la flotta non c’è scampo. La sera e la notte che seguono sono quelle dell’agonia dell’incrociatore Pola, del tentativo di soccorrerlo da parte degli incrociatori Zara e Fiume e dello scatenarsi dell’inferno a bordo di queste ultime.

La sera del 28, le due unità italiane da battaglia comandate dall’ammiraglio Carlo Cattaneo, che riceve l’ordine di ritornare indietro per soccorrere il Pola ormai agonizzante, arrivate nelle sue vicinanze gli italiani non si accorgono della presenza delle corazzate inglesi che, appena avvistano le loro sagome, cominciano a cannoneggiarle da distanza ravvicinata.

 

Un’immagine a colori dell’incrociatore “Zara” scattata dal fotografo tedesco Hugo Jaeger durante la Rivista “H”. Fonte: Archivio “Life”, tramite http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/

Alle 22.30 circa sia lo Zara che il Fiume, senza avere nemmeno il tempo di reagire, vengono investiti da un’ondata impressionante di fuoco nemico. In pochi minuti, le esplosioni scatenate a bordo dai proietti navali sparati dalla flotta inglese, che colpiscono “le santa barbara” e dal fuoco che divampa ovunque, fanno strage di marinai che non hanno modo di potersi salvare. Il colpo di grazia allo Zara, lì dove ha combattuto il marò Balì Gennaro, arriva poco dopo da parte del cacciatorpediniere inglese Jervis che lo centra con due siluri facendolo letteralmente saltare in aria.

Dei 1098 uomini di equipaggio dello Zara ne muoiono 798, tra questi il giovane cannoniere torrese Balì Gennaro e il comandante dell’unità Capitano di Vascello Luigi Corsi che non vuole abbandonare la nave e i suoi uomini, e lo stesso ammiraglio Cattaneo.

Dai flutti, gli inglesi salvano solo 279 uomini dell’equipaggio che vengono condotti in prigionia.

La raccomandata espresso del C.R.E.M. che comunicava alle autorità di Torre Annunziata la scomparsa del marò Balì Gennaro, giunta a Torre Annunziata il 17 aprile 1941. Archivio Storico comunale di Torre Annunziata, sez. Ufficio Leva. Foto di Vincenzo Marasco

È la notte del 29 marzo del 1941.

A Torre Annunziata la notizia del terribile risvolto per le forze navali italiani della battaglia di Capo Matapan manda nel panico la famiglia Balì, che attendeva da un momento all’altro di ricevere informazioni sulle sorti di Gennaro. Queste arrivano il 17 aprile agli uffici del Commissario Prefettizio di Torre Annunziata, Felice Piciocchi.

La comunicazione è angosciante: Balì Gennaro è da considerarsi disperso in mare!

 

«Ho pianto mio fratello per settant’anni e continuo a soffrire la sua scomparsa».

 

Così comincia il suo racconto in modo lucido e vistosamente commosso la sorella di Gennaro, Fortunata Balì, novantaquattrenne residente sempre a Torre Annunziata all’atto della raccolta delle notizie utili per questo scritto (14 luglio 2019).

 

«I carabinieri arrivarono a casa dopo oltre un mese che non avevamo notizie di Gennaro.

Li stavamo aspettando.

Comunicarono a mia madre la scomparsa di Gennaro e in quel momento siamo piombati nello sgomento.

Papà Giovanni non si è mai rassegnato a quella presunta morte di Gennaro, e nemmeno io, tanto che per anni ogni qualvolta arrivava la notizia del rientro e del ricovero presso gli ospedali, e i famigerati manicomi della Campania di un gruppo di marinai, io e lui ci mettevamo in viaggio con la speranza di ritrovarlo. Il pensiero era anche quello che magari Gennaro, a causa delle ferite riportate in battaglia e del trauma psicologico subito, avesse perso la memoria e non avesse più le lucide capacità di riconoscersi. Questa ricerca è continuata fino a quando poi papà ormai stanco volle che in famiglia non se ne parlasse più di quella sciagurata guerra e così è stato, anche se noi continuavamo a soffrirne. Oggi invece a distanza di quasi ottant’anni mi fa piacere di poterne parlare, perché mi sento più serena.»

 

Dedicato a tutti quei ragazzi che hanno perso la loro giovane vita nella terribile Battaglia di Capo Matapan, italiani e inglesi.

 

Si ringraziano le signore Fortunata Balì e Anna De Nicola, figlia di Fortunata, per avermi concesso e permesso di scrivere questo ricordo che rievoca la Memoria del giovane marò cannoniere Balì Gennaro.

 

Fortunata Balì

Fonti:
Archivio Storico Comunale di Torre Annunziata, Ufficio Anagrafe sez. Leva
Famiglia Balì
http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/
https://difesa.it/Il_Ministro/ONORCADUTI/Pagine/default.aspx
http://regiamarina.net/