Salvatore Russo (1927-2012), docente di matematica, studioso di Storia locale, “Protagonista della rinascita della città sepolta” e ispiratore della fondazione del Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno“
Salvatore Russo (1927-2012)
Docente di matematica, studioso di Storia locale, “Protagonista della rinascita della città sepolta” e ispiratore della fondazione del Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”
a cura di Vincenzo Marasco, Lucia Muoio e Antonio Papa
*Tratto da Vita, opere e azioni di 22 Figli illustri di Torre Annunziata, Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”, Tricase, Youcanprint Self-Publishing, 2019, pp. 83-86.
Nasce a Torre Annunziata il 27 gennaio 1927 da Francesco e da Balzano Giuseppina.
Laureato in Scienze matematiche presso l’Università “Federico II” di Napoli diviene docente di Matematica e Osservazioni scientifiche, nonché vicepreside della Scuola Media “Giovanni Pascoli” di Torre Annunziata.
Personalità dalle grandi qualità umane e professionali, si affianca agli altri esponenti della sfera culturale locale, che, tra gli anni ’50 e ’80, tracciano una prima linea guida per il recupero, la ricerca e la valorizzazione storica del nostro territorio.
La precisione del matematico, la tenacia del ricercatore e l’obbiettività dello studioso di eventi storici fanno del professore Salvatore Russo uno degli uomini chiave della lettura del nostro passato, ancor di più dei tempi a noi più prossimi, di cui egli diviene un abile cronista. La sua instancabile opera di ricerca e rivalutazione storica del territorio oplontino inizia già dai primi anni ’50, quando, confrontandosi con i contemporanei animati dallo stesso desiderio di riscatto della nostra città, amareggiata e ferita dagli anni di guerra, partecipa alla fondazione di un Comitato per la difesa del nostro patrimonio culturale, soprattutto di quello archeologico. E così, un giovane professore di Matematica e altri ricercatori, sotto l’attenta, quanto agguerrita e determinata guida di monsignor Salvatore Farro, parroco della parrocchia della Santissima Trinità di Torre Annunziata, al grido «Qui ci vuole il piccone!», danno battaglia ai nuovi conquistatori che impongono un rivoluzionario assetto urbanistico, sprezzanti, per i loro interessi economici, del patrimonio archeologico, già pesantemente depredato e danneggiato in epoca borbonica.
Salvatore Russo, al fianco sempre del compianto amico, assistente agli scavi di Oplonti, Ferdinando Balzano, diviene uno degli indiscussi protagonisti della rinascita della città sepolta. Willelmina Jashemski, archeologa di fama mondiale di origine statunitense, durante i suoi anni di studi trascorsi a Torre Annunziata, sul finire degli anni ’60, non si priva del fondamentale aiuto degli uomini del Comitato “Pro Oplonti”, di cui fa parte il professore Salvatore Russo, per i sopralluoghi nei primi scavi del maestoso complesso della villa A. In questo modo, il professore ha l’opportunità di incontrarsi con personaggi di spicco – come la principessa Margaret Windsor – in visita agli scavi.
L’Archeologia è solo uno dei molteplici interessi che stimolano la sua costante opera di studioso, che non si ferma mai. Attento osservatore, nulla sfugge al suo sguardo, e immortala tutto ciò che vede, non solo con la penna, ma anche con una piccola reflex, con la quale, dagli anni ’70, documenta, pazientemente e diligentemente, le testimonianze storiche ancora inesplorate che la nostra città conservava. E il suo interesse non si limita al solo ‘riflesso’; la sua mano e la sua mente, armate della penna, consegnano ai posteri incommensurabili opere letterarie relative al territorio oplontino. E per la pubblicazione dei suoi scritti – sempre condivisi felicemente – si avvale spesso di altri grandi studiosi locali: Giovanni Di Martino, Leonardo Sfera, Vincenzo e Gaetano Mistretta, e Carlo Malandrino. Da questo connubio nasce, nel 1973, il Centro Studi Storici di Torre Annunziata.
Grazie alla continua frequentazione dell’archivio della parrocchia dell’A.G.P. di Torre Annunziata, attentamente conservato da monsignore Antonio De Felice, sempre nel 1973, entra in contatto con l’importante lavoro storiografico svolto nel 1873 dal sacerdote torrese Nicola Ilardi. Pertanto, per celebrare il primo centenario della pubblicazione del testo di Ilardi, con la collaborazione di un altro scrittore di ‘storia patria’, l’ingegnere Giovanni Di Martino, e col sostegno della redazione del notiziario torrese EnneDue, ridà alle stampe, arricchita con note chiarificatrici, l’Istoriografia politico-civile-chiesastica di Torre Annunziata antica e moderna (1873), pietra miliare per la conoscenza del nostro territorio. Anche Pasquale D’Amelio, editore e voce giornalistica presente sul nostro territorio, diventa sprone di questo fervore culturale, favorendo la diffusione dell’instancabile opera di ricerca del professore Russo. In questo clima di rinascita, nel 1983, con l’editore D’Amelio, sempre con l’inseparabile amico Giovanni Di Martino, vede la luce Torre Annunziata, la sua vocazione industriale e il Canale Conte di Sarno, opera fondamentale per lo studio storico della Torre Annunziata feudale.
Il professore Salvatore Russo, per le sue doti morali e gli interessi culturali, nel 1978 riceve, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il premio di Cultura ed è nominato Cavaliere di merito della Repubblica Italiana dal presidente Sandro Pertini.
Nel 2010, la sua idea di cultura, condivisa da altri studiosi di storia locale, determina la fondazione di una nuova associazione culturale che si rifà a quella già esistente agli inizi degli anni ’70: nasce così il Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”, di cui il professore Russo Salvatore è presidente ad honorem.
Si spegne a Torre Annunziata il 23 maggio del 2012, lasciandoci opere di inestimabile valore culturale.