Torre Annunziata, Coppola Adamo, fante, classe 1906, PRIGIONIERO in mani inglesi
di Vincenzo Marasco, Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”
Fante Coppola Adamo (classe 1906)
Prigioniero
Divisione di fanteria “Cacciatori d’Africa”, 211° Reggimento “Pescara”, Compagnia cannoni
Africa Orientale Italiana, Amba Alagi, 19 maggio 1941
India, Bombay, P.O.W. matr. 289976
Coppola Adamo nasce a Penta, una frazione di Fisciano in provincia di Salerno, in 21 novembre 1906 da Raffaele e Bartolomeo Carmela. A Torre Annunziata, prima di essere chiamato al fronte, con la moglie Barone Carmela e i suoi quattro figli, Ninina (Anna), Milina (Carmela), Rafiluccio (Raffaele) e Adamo – ad oggi (2023) ultimo rimasto in vita -, risiedono in Via Sambuco, 60.
Inquadrato nel 211° Reggimento “Pescara”, compagnia cannoni, della Divisione di fanteria “Cacciatori d’Africa”, nel 1941 prende parte alle operazioni militari nell’Africa Orientale Italiana. Il 19 maggio 1941, ad Amba Lagi, con la disfatta della Divisione contro le truppe inglesi, viene reso prigioniero e trasferito in India, presso i campi di concentramento allestiti a Bombay dove sconterà la sua prigionia fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Rimasto vedovo prematuramente, prima di imbracciare le armi, sarà costretto a riparare i suoi 4 figli presso l’istituto dei Collegi Riuniti di Napoli “Principe Umberto”, di Piazza Carlo III.
Dalla prigionia scrive continuamente ai figli, in particolar modo alle due figlie maggiori, Ninina e Milina. Delle lettere di Adamo inviate dall’India, ne rimangono solo due superstiti conservate dai suoi nipoti. Da queste traspaiono in modo genuino sentimenti amorevoli, di incoraggiamento ma anche tristezza velata e le motivate preoccupazioni di un genitore per quella sua famiglia, che non riesce a seguire come vorrebbe a causa della sua lontananza forzata.
Prima Lettera:
Indirizzata alla figlia Milina (Carmela) Coppola, Collegi Riuniti principe di Napoli, Piazza Carlo III
Manca la parte iniziale
«[…] spero di te, tua sorella i fratellini e la zia Pina. Già ti ho scritto una mia cartolina al medesimo indirizzo, il quali mi è pervenuto da tua zia Pina, la quale mi assicurava che mi avreste scritto unito a tua sorella e i fratellini. Stai tranquilla cara figlia il tuo papà ti è sempre vicino e sempre condinuamente il mio pensiere e per voi londani. Ti ripete di vivere tranquilla unita a tua sorella e i fratellini […] così londano e senza possibilità di aiutarvi, ora che siete al collegio siatene condendi, perché avete maggiore possibilità di insegnarvi lo studio. Tua zia mi ha pure informato che avete iniziato ad insegnarvi a cucire ciò a me mi è fatto molto piacere, fate sempre le brave figliuole come sempre, la zia mi diceva che la suora è tanto buona e vi farà anche scrivermi spesso, vorrei sapere come passi le tue giornate, e come ti trovi, baci ha Ninina, Raffiluccio, Adamuccio, i Nonni la zia a te figlia mia cara un mondo di bene tuo caro Papà.»
Seconda Lettera:
«Bombai, 29 marzo 1944.
Ninina mia carissima, sono sempre in ottima salute, lo stesso spero di te, tua sorella e fratellini e nonni e zia Pina. Sono condendo sapervi tutti uniti al medesimo collegio, dove avete maggiore possibilità di studiare di cure di comodità e di vitto. Fino al mio ritorno che non dovrà essere ancora molto lungo devi rimanere al collegio e devi essere condenda e tranquilla. Sono contendo spere da tua zia la quali mi dice che tu e tua sorella avete cominciate anche a imparare ha cucire, mò figlia mia cara devi con tutta la tua buona volonda a imparare bene. Riceverai come sempre apena mie lettere ho cartoline, ti sono sempre vicino e tanto ti voglio bene. Spero ricevere da te tua sorella e i fratellini vostre lettere che tanto e con tanta gioia l’attendo.
State tranquille a abbituatevi con la suora la quale tua zia Pina mi diceva che è tanto brava e di buon cuore e avrà cura di voi e di farvi scrivermi. Tanti cari baci ha tua sorella e fratellini e nonni e la zia Pina a te figlia mia cara ti mandi una infinità di cari bacioni con ogni bene tuo caro Papa.»
Ringrazio fervidamente la famiglia Coppola, in particolare la gentile signora Mina Coppola figlia di “Adamuccio”, oggi 87enne, per avermi concesso i ricordi di famiglia quali le lettere di suo nonno. Senza il suo supporto non avrei potuto approfondire questa storia.
Fonti:
Archivio dell’Ufficio anagrafe di Torre Annunziata, sez. Leva
Famiglia Coppola