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Genesi di una delle più illustri famiglie di Torre Annunziata: gli Orlando

di Lucia Muoio

Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno

«Vue de la Grand Rue du Bourg de l’Annonziata au pied du Vesuve», incisione all’acquaforte contrassegnata col numero 64 tratta dal volume I del Voyage pittoresque au description des Royaumes de Naples et de Sicile, Parigi 1781-86. Fonte: Archivio/Raccolta Marasco

Corbara, piccolo villaggio della provincia di Salerno, abbarbicato sulle pendici dei Monti Lattari, era già abitato dal II secolo a.C.

Solo a partire dal 1806, sotto il governo del re Giuseppe Bonaparte, assurge a livello di Comune, guidato dalle famiglie più rilevanti, quali i Padovano, i Capriglione, gli Amarante, gli Orlando e altre. È proprio qui in questo piccolo centro montuoso che ha inizio l’epopea della famiglia Orlando.

Le prime testimonianze riscontrate nei documenti d’Archivio risalgono al 1757, quando il capostipite Filippo sposa Giuseppa Contaldi; l’anno successivo nasce Andrea (1758), che continua l’attività familiare di droghiere e a 23 anni, nel 1781, impalma Vittoria Amarante, giovanissima esponente di un’altra rinomata famiglia di Corbara. Ma Andrea non vive a lungo, perché si spegne nella sua città ad appena 57 anni.

Una veduta da settentrione di Palazzo Orlando (XVIII/XIX secc.). Foto di V. Marasco

Attraverso due suoi importanti componenti la famiglia Orlando dà origine ai due principali rami del proprio albero genealogico: il primo fa capo proprio ad Andrea (n. 1758), che, avviato all’attività di droghiere, a un anno dal suo matrimonio con Vittoria, nel 1782, diventa padre con la nascita di Catiello, futuro speziale di medicina, che si stabilirà a Torre Annunziata, nella strada Regia, all’altezza del piazzale Tiglio, così chiamato per la presenza di un grosso albero di Tiglio; in questo luogo agli inizi del Settecento sorgeva una porta che divideva la famosa via Del Popolo, segmento del Miglio d’oro, in “lato ’e coppa e lato ’e basso”. Nel 1812, lo stesso Catiello, che ha portato avanti la tradizione farmaceutica, apre a Torre la Farmacia Orlando, nel locale dove prima era situata una piccola chiesetta, nota come la Cappella di San Sebastiano. Questa chiesetta era già proprietà della famiglia Dentice, dei principi di Frasso, diruta, segnata col numero civico 28; per cui quando il Principe cede il terraneo al magnifico Nicola De Filippis, che avrebbe dovuto istallare una spezieria di medicina, vieta l’esecuzione di qualsiasi lavoro di fabbrica per non danneggiare la chiesetta, ma la costruzione in parte crolla e viene interdetta per motivi di sicurezza. Prima dello smembramento dell’ambiente sacro, però, gli arredi sono trasferiti nella vicina Basilica dell’A.G.P., nella cui sagrestia ancora oggi possiamo ammirare una grande tela raffigurante San Sebastiano con San Rocco e Santa Teresa. Negli stessi documenti dell’Archivio della Basilica, alla stipula del contratto di affitto, descrivendo il pio luogo, si fa riferimento a un foro praticato nel soffitto del terraneo, attraverso cui passa una cordicella per azionare la piccola campana situata sul lastrico del palazzotto; se osserviamo bene le foto dell’epoca, possiamo individuare il piccolo vano campanario che sovrasta la struttura.

Ritornando alle gesta della famiglia Orlando, sarà proprio Catiello, primogenito del capostipite Andrea, insieme al chirurgo Pietro Arcella (antenato del professore e maestro di pittura, Ciro Arcella) a dichiarare il decesso del padre, avvenuto a Corbara il 21 ottobre del 1817 alle ore 16, per febbre petecchiale.

Catiello, una volta sistematosi a Torre, in prime nozze sposa Maddalena Giordano, che muore di parto il 18 agosto 1815, e nello stesso anno il Farmacista sposa in seconde nozze Anna Maria Guglielmino/i, sarta di professione, la quale gli regala sette figli: i primi sono Maddalena (1816) e un altro Andrea (1819).  

Il 17 novembre 1820, giorno piovoso e tetro, Anna Maria Guglielmino, dopo un veloce travaglio, mette al mondo Luigi Pietro Paolo, bambino fragile, che dimostra però fin dalla più tenera età di possedere un animo sensibile e attento alle necessità del prossimo, soprattutto dei giovani. Inizia gli Studi con profitto, per cui nel 1843, a 23 anni, viene ordinato sacerdote. Ma ha appena 66 anni, quando un malore arresta la sua carriera ecclesiastica e lo costringe a una lunga degenza fino alla scomparsa avvenuta, sempre a Torre Annunziata, il 4 gennaio 1898. Luigi lascia la vita terrena circondato dall’affetto della numerosa famiglia e in particolare del fratello Andrea (n. 1819), ugualmente sacerdote.

A Lui seguono Giuseppe, 2/4/1826, che diventato adulto decide di rimanere a Torre, dove fonda la Farmacia Guglielmino; Raffaele, 20/10/1828, che per tradizione di famiglia esercita anch’egli l’attività di farmacista, e sposa Maria Giuseppa Sorrentino.

Mons. Francesco Orlando Vescovo di San Severo (1895 – 1960) in una posa ufficiale del 1942. Fonte: Archivio storico parrocchiale AGP in Torre Annunziata, Sez. Fotografica

Altro personaggio di spicco della famiglia Orlando è Tobia, che nasce a Corbara nel 1791 da Andrea e Vittoria; è lui che spiana la strada agli ‘apparatori’ di Torre. Infatti, raggiunta l’agiatezza economica (nei registri dell’Archivio storico del Comune di Torre Annunziata viene definito possidente), si trasferisce nella nostra città, dove il 19 di ottobre del 1811 sposa Carmela Contaldo, che, dopo aver messo al mondo, l’anno successivo, un maschio di nome Tommaso muore di parto e Tobia si risposa con Carmela Monaco. Ma anche la sua vita si rivela breve, perché il 13 gennaio del 1839, viene stroncato da un infarto: ha da poco compiuto 48 anni, e lascia ben nove figli. Dal primo di questi, Raffaele, sposato a Maria Giuseppa, nel 1861 vede la luce un altro Catiello, cui, per tradizione, viene imposto il nome del nonno, dal quale eredita altresì l’attività di farmacista. Catiello junior sposa Caterina Angrisani, che il 21 febbraio 1895 diventa madre di Francesco Paolo. Anche Francesco, come alcuni suoi avi, dimostra presto interesse per gli Studi e una forte inclinazione per la vita ecclesiastica; infatti nel 1918, a 25 anni, viene ordinato sacerdote e a 45 anni gli viene conferita la carica di vescovo di San Severo di Puglia, carica che gli varrà poi l’appellativo di “Vescovo del popolo”, in riferimento alle sue spiccate doti umanitarie. Il vescovo Francesco spende la sua vita nelle attività cattoliche, favorisce l’ascesa dei giovani sacerdoti, la crescita dell’Associazione Cattolica e la ricostruzione sociale ed economica della sua Città natale. Il prelato muore il 2 agosto 1960 a Torre Annunziata, dove si era recato per una pausa di riposo.

La repentina scomparsa desta nel popolo cordoglio e rimpianto per un uomo morto in odore di santità. La partecipazione dei suoi concittadini ai funerali è massiccia, ma ancora più numerosi sono gli Ecclesiastici che accorrono da vari centri della Campania, come pure dalle altre regioni italiane per porgere l’ultimo saluto ad una persona eccezionale.

Ricordo che mio nonno materno, cugino di II grado del Prelato (la madre di mio nonno era nipote di Tobia Orlando e quindi una Orlando), era profondamente fiero di questa parentela e parlava spesso delle opere di carità che il vescovo compiva, ed era orgoglioso pure di aver avuto il dono di due figli religiosi, che presenziarono al rito funebre dello zio e ne parlavano con le lacrime agli occhi.

Scorrendo ancora l’albero genealogico degli Orlando, per un secolo e mezzo fino ai giorni nostri, ci rendiamo conto di quanto esso sia articolato, perché i suoi numerosi nuclei familiari si intrecciano con le famiglie più in vista della nostra stessa città: Contaldi/o, Guglielmino/i, Manzo, Angrisani e altre. I nomi di battesimo che più di frequente ritornano in questo percorso di discendenza sono: Catiello, Andrea, Tommaso, Raffaele, Luigi, Nicola, Carmela, Caterina…, ma il particolare più interessante riguarda le principali attività che essi svolgono e che si tramandano di padre in figlio: droghiere, farmacista, addobbatore, tipografo, ecc. Va ricordato pure che proprio grazie agli Orlando la tradizione farmaceutica, affermatasi a Torre Annunziata, richiama farmacisti da molti paesi dell’Italia meridionale.

A tal proposito, mi piace ricordare Oscar De Mauro, padre del linguista Tullio, che, pur appartenendo a un’importante famiglia di farmacisti di Foggia, lascia la sua città e si trasferisce a Torre per lavorare nella farmacia di piazza Cesaro, nei pressi della casa natale dell’illustre figlio, situata in via Delle Vigne, non lontano dall’attuale Ufficio Postale.

Particolare di una testatina tratta da una carta intestata del 1884, della farmacia gestita al tempo da Raffaele Orlando. Fonte: Archivio storico comunale di Torre Annunziata. Foto di V. Marasco

L’altra importante attività svolta per generazioni dagli Orlando è quella degli addobbatori, avviata alla fine del Settecento da Tobia (n.1791), che, come già detto, il 19 novembre 1811 sposa Carmela Contaldo, e, rimasto vedovo, sposa in seconde nozze Carmela Monaco. Con il trasferimento di Tobia a Torre, l’arte degli addobbatori si tramanda di generazione in generazione e arriva alle famiglie dei Manzo e dei Muoio, per diversi incroci matrimoniali. La città è fiera di questi suoi originali artisti e della loro devozione alla nostra Patrona, la Madonna della Neve, per la quale i paratori allestiscono ogni anno troni spettacolari grazie all’Arte appresa dagli Avi, ma soprattutto dal nonno Alessandro Manzo-Orlando che ebbe due figli preti, Salvatore, gesuita e Giovanni, parroco della chiesa dell’Immacolata Concezione di Torre Annunziata, e dallo zio Nicola Orlando.

Alessandro Manzo (27.06.1880) a Torre Annunziata. Trait d’union tra i paratori della famiglia Orlando e i paratori della famiglia Muoio.
Paratura del presbiterio progettata e realizzata dai maestri paratori della famiglia Muoio, in occasione dei festeggiamenti votivi del 22 ottobre 2020. Foto di V. Marasco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tuttavia, alcuni esponenti dell’ultima generazione degli Orlando negli anni trascorsi si sono trasferiti anche in città più lontane e dovunque si sono adoperati per mantenere alto il prestigio del cognome.

Nei bollettini nazionali oggi ci capita spesso di leggere o di ascoltare il riferimento ad Andrea Orlando, già Ministro del lavoro e delle Politiche Sociali del Governo Draghi: fermiamoci un attimo a riflettere su questo nome a noi molto familiare, che ci riporta di nuovo a Torre Annunziata. Ebbene sì, la famiglia del Ministro è originaria della nostra Città. E se osservate a confronto la foto del Nostro e quella di padre don Luigi Orlando, non notate una certa somiglianza nei tratti affilati dei volti e nell’espressione seria e pensierosa? Sono la continuità dell’albero genealogico e il miracolo del D.N.A.

Don Luigi Orlando (1820 – 1898) e l’on. Andrea Orlando (1969) in un confronto fotografico “senza tempo”. Fonte fotografica: web

One thought on “Genesi di una delle più illustri famiglie di Torre Annunziata: gli Orlando

  • Anna Maria

    Una storia meravigliosa affascinante dal primo a l’ultimo rigo. Persone che hanno dato lustro a questa Città, e grazie a LUCIA MUOIO una discendente che possiamo conoscere la loro storia grazie Prof.

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