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STAIANO Ferdinando, “il mutino”, classe 1913, DEPORTATO civile, vittima innocente della barbarie nazista

a cura di Vincenzo Marasco

Ferdinando Staiano. Per gentile ed amichevole concessione del figlio Luigi Staiano

Ferdinando Staiano nasce a Torre Annunziata il 28 aprile 1913, da Luigi e Montuori Teresa. Coniugato con Iozzino Olimpia è residente in città, nei pressi di Via Vesuvio, e dove lavorava come carpentiere assieme al papà titolare di una ditta edile.

Nel Settembre 1943 viene deportato da Torre Annunziata verso la Germania, catturato sulla Circumvallazione durante un rastrellamento sulla Circumvallazione, non lontano dall’incrocio con Via Vesuvio dove abitava la famiglia.

A raccontare la sua vicenda è il figlio Luigi Staiano, nato a Torre Annunziata il 14 Maggio del 1943 pochi mesi prima che il papà Ferdinando venisse catturato e deportato.

Luigi sentendo la necessità di dover conoscere i particolari di quella vicenda che lo vide poi orfano del genitore senza poterlo conoscere, negli anni ha raccolto i ricordi orali di famiglia e per approfondirli, successivamente si è recato sui luoghi dove Ferdinando ha vissuto gli ultimi istanti della sua vita:

«Il convoglio tedesco partito da Napoli, arrivato a Cassino viene coinvolto in un massiccio bombardamento degli Angloamericani. In questo frangente i tedeschi furono costretti a lasciare andare allo sbando alcuni dei prigionieri, tra cui mio padre. Dopo poco, papà viene prelevato dai soldati di un battaglione della Wehrmacht in ritirata verso Nord, i quali durante il viaggio verso la Germania lo impiegarono come tutto fare.

Arrivati a Corniolo, una frazione di Santa Sofia situata sulla pedemontana dell’Appennino emiliano in provincia di Forlì – Cesena, il battaglione si ferma per qualche giorno in una villa che viene usata come da tempo come luogo di riposo per le truppe di passaggio. Alle prime luci dell’alba del 22 Giugno una serie di colpi sparati da una mitragliatrice tedesca mette fine all’esistenza di mio padre.

Mio padre era sordomuto dalla età di 9 anni a seguito di una meningite. Quella mattina era uscito per fare i suoi bisogni in una scarpata e camminando non potette sentire “l’alt chi va là” intimatogli dalla ronda, e non fermandosi al terzo “alt” parte una scarica che lo uccide sul colpo.»

Saranno i tedeschi stessi ad ammettere l’errore commesso.

Nonostante ciò il corpo esanime di Ferdinando viene fatto raccogliere dai locali che lo seppelliscono nel cimitero della chiesa parrocchiale di San Pietro a Corniolo (atto di morte numero 122 del 27 Giugno 1944) dove ancora oggi riposa.

Atto di morte n.122 tratto dai registri parrocchiali della chiesa di S. Pietro a Corniolo

Continuando il suo racconto Luigi descrive il suo viaggio a Corniolo alla ricerca della verità e delle spoglie del padre:

«Nel luglio del 1982, dopo 39 anni dalla morte di mio padre decido di andare a Santa Sofia per avere notizie più precise. Al comune mi avevano detto che era stato ucciso per errore ed era sepolto nel cimitero di Corniolo. Quindi mi reco al cimitero di Corniolo ma non riesco a trovare nessuno indizio che mi riconduceva a lui.

Seduto fuori ad un bar per bere qualcosa di fresco, mi si avvicina una signora sulla quarantina e mi chiede, visto che ero andato al cimitero, cosa stessi cercando. Le riferisco che cercavo dove era stato sepolto mio padre Staiano Ferdinando.

Quel nome inizialmente non le dice niente di preciso, ma mi conferma che nel 1944 si era verificato un evento che gli anziani locali ricordavano bene per l’uccisione di un civile aggregato ad un battaglione tedesco di passaggio, che loro stessi avevano conosciuto e che chiamavano “il mutino”, cioè il sordomuto. A quella affermazione risposi subito: “si, era mio padre!”.

Anagrafe del Comune di Torre Annunziata, atto di morte n.2 del 1949, trascrizione della notizia del decesso di Ferdinando Staiano effettuata in data 15 marzo 1949

La signora alla mia affermazione mi aveva chiesto di andare subito con lei dalla madre, la quale erano 40 anni che attendeva che qualche familiare del “mutino” venisse a cercarne le spoglie.

Così mi sono recato a casa loro e sull’uscio la figlia mi invita ad aspettare un attimo prima di poterlo presentare alla madre, perché la donna anziana aveva subito tre infarti ed aveva paura che l’emozione poteva causarle qualche problema. Allora era necessario prepararla a quell’incontro.

Dopo poco che mi ero accomodato fa ingresso una anziana signora in sedia a rotelle e appena mi vede mi dice: tu sei il figlio del mutino! Finalmente qualcuno è venuto a trovarmi, sono 40 anni che aspetto. A questo punto mi racconta tutta la storia sulla morte di mio padre e quello che ti ho già descritto.»

Si ringrazia il sig. Luigi Staiano per la gentile concessione di questa preziosa testimonianza.

2 thoughts on “STAIANO Ferdinando, “il mutino”, classe 1913, DEPORTATO civile, vittima innocente della barbarie nazista

  • Grazie Vincenzo hai fatto un ottimo lavoro, chi sa se alcuni Torresi di vecchia data ricordano questo rastrellamento del 1943.

    • Vincenzo Marasco

      Luigi grazie a te. In passato qualcuno mi ha raccontato di questi episodi. Presi nota proprio con lo scopo futuro di approfondire l’argomento. Spero un giorno di poterti incontrare.

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