L’Archivio storico comunale di Torre Annunziata
di Vincenzo Marasco
Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”
«Se una comunità non raccoglie e custodisce i documenti e le testimonianze della sua attività e delle sue vicende, non solo rinnega la sua storia ma soprattutto rinuncia ai punti di riferimento per il suo divenire.
Pertanto obbligo morale e civile di questa stessa comunità è la conservazione e la difesa della sua memoria, come bene prezioso ed unico da tramandare nel tempo.»
Luigi Roscigno,
Assessore alla Cultura della Città di Torre Annunziata della prima Amministrazione Cucolo (19.11.1995-16.04.2000)
È il 18 ottobre 1997 quando per la prima volta l’Archivio storico comunale di Torre Annunziata apre le sue porte al pubblico interessato. L’istituzione di questo importante ausilio di conoscenza locale avviene dopo che l’intera raccolta di documenti era stata accorpata, ordinata e dislocata nei nuovi locali della sede di Piazza Enrico De Nicola che lo accoglierà fino al 2021.
Gli anni che seguiranno, almeno sul piano della ricerca storica, saranno anni importanti per la città di Torre Annunziata in quanto l’Archivio offrirà ai numerosi studiosi locali e agli studenti una fonte incredibile da cui poter attingere informazioni anche inedite, utili ad approfondire maggiormente quelle che sono state le vicende storiche torresi, dall’epoca murattiana fino agli anni prossimi al Dopoguerra.
Torre Annunziata, 18 Ottobre 1997, programma della serata inaugurale dell’Archivio storico comunale di Torre Annunziata
Torre Annunziata 18 Ottobre 1997, conferenza inaugurale della nuova sede di Piazza Enrico De Nicola dell’Archivio storico comunale di Torre Annunziata
Con la sua attuale consistenza di ben 500 metri lineari di scaffalature, comprese alcune cassettiere contenenti raccolte cartografiche, iconografiche e giornalistiche, l’Archivio storico comunale di Torre Annunziata raccoglie nel suo complesso la documentazione storica cittadina, come appena accennato, compresa tra l’epoca durante la quale si avvicendarono a Napoli i re della stirpe napoleonica (1806-1815) in cui vennero istituiti i Comuni (1808), l’epoca della Restaurazione borbonica (1815 – 1861), il successivo Regno d’Italia (1861 – 1946) e la documentazione prodotta nei primissimi anni del Dopoguerra, con l’istituzione della Repubblica Italiana (2 giugno 1946).
A parte la documentazione cittadina, da cui si evincono i particolari tecnici e burocratici delle realizzazioni delle innumerevoli opere funzionali che alimentarono la crescita della città durante le epoca citate, e per gli aspetti locali antropologici e religiosi, l’Archivio conserva gli interi fondi anagrafici, delle deliberazioni comunali – quest’ultimo purtroppo mancante del primo volume del Decurionato (1808-1835) – e della vita amministrativa dello stesso Comune, a partire dall’istituzione delle raccolte (1808) fino al momento in cui la documentazione corrente ha maturato per un certo periodo le caratteristiche che gli hanno consentito di passare dall’ “archivio di deposito” a quello “storico”.
La raccolta dei documenti presenti nel fondo, che testimoniano i fatti accorsi dal 1808 alla prima metà del ‘900, ci permette di ricostruire nei dettagli l’evoluzione storica del territorio e tutto quello che concerne l’evoluzione dei servizi cittadini principali, l’urbanistica, l’economia, le statistiche, la giustizia, i sussidi, i trasporti, il culto, le scuole, le raccolte dei coscritti e la vita politica. Questa parte del fondo, che potremmo anche intendere come corpo principale dell’archivio, si suddivide in tre sub raccolte, catalogate seguendo un rispettivo ordine numerico e alfanumerico a seconda delle epoche della documentazione contenuta.
La prima raccolta in ordine cronologico, accorpa tutti gli atti superstiti dall’epoca napoleonica a quella borbonica, fino al 1860, ed è evidenziata dalla segnatura iniziale “P.U.” (Post Unitario), seguita poi da una numerazione progressiva fino alla “busta” 134. Alcune di queste presentano la segnatura “Bis” (vedasi le buste 3, 22, 45, 49, 52, 58, 59, 68, 77, 83, 86, 87, 90, 91, 92, 94, 95, 96, 97, 98, 99, 100, 101, 104, 105, 107, 109, 110, 112, 113, 114, 117, 118, 119, 123, 124, 129, 133), “Ter” (vedasi le busta 11, 88, 93, ) e “Quinquies” (vedasi il caso della busta 127).
La seconda mette insieme la documentazione prodotta dal 1861 al 1897. I fascicoli che la raccolgono seguono nel loro complesso una segnatura numerica sequenziale fino alla “busta” 607, che in alcuni casi sostituisce una precedente segnatura alfanumerica. Anche in questo caso sono presenti buste aventi segnature “Bis” e “Ter”.
Locali di deposito dell’ex sede di Piazza Enrico De Nicola dell’Archivio storico comunale di Torre Annunziata. Foto di Vincenzo Marasco
La terza serie di incartamenti, raccoglie infine i fascicoli datati dal 1897 a seguire, per un totale di 790 “buste” sistemate con una segnature numerica sequenziale che nella maggior parte dei casi sostituisce precedente alfanumerica. Anche qui si trovano buste catalogate con la specifica “Bis”.
In ultimo concludendo, la recensione peculiare della consistenza archivistica si rileva la presenza di ulteriori 56 faldoni “non catalogati”, contrassegnati dall’originaria segnatura alfanumerica e contenenti incartamenti di vario genere compresi tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. A questi se ne vanno ad aggiungere ulteriori 9 faldoni il cui contenuto è composto per lo più da incartamenti risalenti agli anni prossimi al 1861 (U11 (1858); AQ17 (1849); AQ23 (1856); AQ1 (1851); AP26 (1847-1848); AN2 (Movimento popolazione 1953); L23 (1859-1860); AP27 (1861) e infine una senza segnatura specifica (1842 – II Parte)).
Un ausilio fondamentale per la ricerca archivistica che torna di assoluto supporto agli studiosi, è senz’altro il Titolario della suddivisione degli atti per quindici categorie principali, adottato in base alle linee guida dettate dalla Circolare del 1 marzo 1897 n. 17100-2 del Ministero dell’Interno e successivi aggiornamenti. Ad ogni categoria segue una rubrica analitica suddivisa a sua volta in serie e sottoserie.
La cassettiera che viene allestita durante i lavori della prima sistemazione dell’Archivio storico comunale di Torre Annunziata raccoglie in forma “non ordinata” tutta una serie di planimetrie, progetti, manifesti, iconografie e un fondo intestato al prof. Carlo Malandrino (1925-1996), docente, architetto, giornalista, autore e storico locale, composto da copie di documenti cartografici cittadini e da disegni, pubblicati e realizzati dal docente torrese per corredare i suoi lavori di ricerca storica.
Alcune delle piante sistemate nella cassettiera risultano sottratte dalla documentazione originaria a cui erano allegate, a detta di chi operò per questa soluzione, “per una loro migliore conservazione”. Da un’attenta ricognizione della raccolta della cassettiera è stato notato che sul retro di una buona parte delle piante e dei disegni risulta esserci presente una segnatura riportata a matita utile allo studioso per risalire con facilità gli atti di provenienza.
La pratica adottata fino ad oggi dagli studenti che hanno trovato nell’Archivio storico comunale una insostituibile fonte di ispirazione per coronare i loro studi accademici, cioè quella di rilasciare una copia delle loro tesi di laurea mettendole a disposizione dei quanti poi avrebbero dimostrato in futuro la necessità di approfondire le proprie conoscenze sugli aspetti storici di Torre Annunziata, si è rivelata alquanto preziosa. La moltitudine di tesi depositate rappresentano ad oggi sia un valido indirizzo di ricerca, sia un modo tematico per poter anche meglio conoscere il contenuto del fondo archivistico rivelandosi maggiormente un prezioso bene locale da preservare come meglio possibile.
Proprio in virtù della necessità conservativa del contenuto dell’Archivio storico comunale di Torre Annunziata, è stato notato che parte della sua documentazione, in particolare quella del periodo Post Unitario compresi anche alcuni registri della raccolta anagrafica, risulta essere stata restaurata con degli interventi specialistici, promossi sia dalla prima Amministrazioni del sindaco Francesco Maria Cucolo che inaugurò l’Archivio, che da quelle che ne seguirono appena dopo.
Dal marzo al dicembre 2021, l’Archivio storico comunale di Torre Annunziata, dopo un processo di ispezione e di pulitura della documentazione effettuato da una ditta specializzata, è stato spostato dalla sede di Piazza Enrico De Nicola nelle stanze dell’ala settentrionale di Palazzo Criscuolo dove è disponibile alla consultazione degli studiosi.